Karine Jollet, la rivendicazione del bianco.

texte original en italien /
traduction en français juste en dessous
© Haris Metaxa, Paris, Mai 2008
http://harismetaxa.blogspot.com

Purezza.
Un universo bianco nel quale nuotano emozioni da incubo e sogni di armonia e pace.
Un universo fatto di tessuto che prende le forme di corpi interi, teste umane, maschere, teschi umani, bracia, teste di animali, serpenti, parti anatomiche del nostro corpo (piedi) oppure rappresentazioni della forma in dantella dei suoi organi vitali (polmoni...).
Qualche volta, queste teste umane, che sono teste pensanti e che appartengono a corpi invisibili ma molto sensibili, portano i propri pensieri o emozioni cristalizzati in tessuto bianco di forma umana sopra la testa, come un casco spirituale, un'aura di sofferenza o di piacere.
Molte di queste sculture soffici portano delle piccole decorazioni come uno stratto di pelle aggiuntivo che è un invito alla carezza.
Queste sono delle sculture che, una volta carezzate, possono purificare dal dolore dell’ esistenza e transformarlo in piacere di essere vivi ed ancora sensibili al movimento della vita, vibranti come degli alberi mossi dal vento.
Non c’è dubbio che Karine Jollet viene da lontano.
Una filiazione è evedente a Luise Bourgois e a Meret Openheimer per diferenziarsi dopo in un lavoro originale che rivendica la dolcezza, l’armonia e il tatto nella percezione della scultura.
Un lavoro di un rigore e di un’esigenza esemplare che ci sussura al orecchio che bisogna rispettare il miracolo della vita, essere grati a questo soffio di vento che anima i nostri polmoni e la nostra esistenza.
La morte, comunque, rode sempre accanto a noi nella forma di volgarità, di vuoto e d’ingratitudine e, qualche volta, una soffice scultura bianca puo’ riportarci al piacere e alla responsabilità di vivere.
Puri e sensibili.
Bravo a Karine Jollet.
E grazie!